Tirare fuori gli adolescenti dal loro isolamento, staccarli dallo schermo del cellulare e dai videogiochi per immergerli invece in una dimensione di socialità e relazione.
"Brave Brains and Beast", un nuovo gioco di ruolo a tema fantasy proposto e organizzato dalla onlus Associazione Liberamente, mira proprio a questo, rivolgendosi ai ragazzi dai 12 ai 16 anni e utilizzando il gioco come mezzo attraverso cui tenere impegnati i giovani, coinvolgerli e farli lavorare sui propri talenti in una dimensione di gruppo. La onlus, che si occupa da 25 anni di disagio scolastico e relazionale (dislessia, ma anche tanti altri tipi di difficoltà) di bambini e ragazzi, ha deciso di mettere in campo un progetto per 6 pomeriggi dal 13 giugno al 17 luglio, con l'obiettivo di dare ai ragazzi un motivo per uscire e incontrarsi con i coetanei. "Il gioco di ruolo è anche uno strumento per mettere alla prova e sviluppare le capacità degli adolescenti", spiegano dall'associazione.
GLI INCONTRI
"Brave Brains and Beast", che calerà i ragazzi in un mondo fantastico e ludico con la forza della propria immaginazione, è aperto a tutti: gli incontri si svolgeranno nella sede di Liberamente in via Sebastiano Venier 10 a Treviso, ma il bacino a cui si rivolgono è allargato a tutta la provincia. I ragazzi che potranno essere seguiti sono tanti: in questi 25 anni Liberamente ne ha visti passare oltre 2000. "E' anche un modo per dare un supporto ai genitori."
GLI OBIETTIVI
" Il gioco - spiega la presidentessa Milena Paoli Monti, insieme alla vice Barbara Pin - farà vivere un'avventura fantasy ai ragazzi trasformandoli in maghi, guerrieri, eroi. Insegnerà loro a fare squadra, a mettersi in relazione, ad allenare l'attenzione e a esprimere sè stessi, sperimentando le proprie capacità e i propri talenti."
In un contesto attuale in cui i ragazzi sono sempre più aggressivi e intolleranti gli uni con gli altri, essere collaborativi e fare squadra è un valore che il gioco di ruolo stimola, coinvolgendo sullo stesso piano anche i soggetti più deboli spesso oggetto di bullismo.
Grazie alla capacità di immaginare, i ragazzi possono proiettarsi in una situazione desiderata 'come se fossero lì' e anche i più timidi possono immergersi in un nuovo mondo per liberarsi di un ruolo predefinito e apre le possibilità di sentirsi anche "altro" dal copione che spesso i ragazzi interpretano in famiglia, a scuola, nella società.
Il "come se", ossia il gioco di fare per finta, permette ai ragazzi di osservarsi dall'esterno senza entrare in quelle dinamiche di giudizio che possono sfociare nell'aggressività e nell'esclusione.
Eleonora Pavan Il Gazzettino di Treviso